Se non ci fossero dei problemi anche nell’altra famiglia non avresti bisogno di dimostrare nulla. Mi avete voluto tenere fuori, un po’ come successe con Serena, ma prima o poi tutto esce. Il passato insegna.
riflessioni
Mio nonno…
quando ero piccola disse a mia madre di non obbligarmi a dargli il bacio, che tutto si sarebbe aggiustato con il tempo e crescendo.
Ho voluto bene in quel momento a mio nonno, ha lasciato un’impronta.
“I bambini, infatti, non devono essere costretti a baciare, abbracciare o dire “ti voglio bene”. Questi gesti sono carichi di un significato simbolico molto forte e profondo, e portano con sé uno scambio di emozioni che non dev’essere forzato in alcun modo.
L’affetto da parte dei bambini, quindi, deve essere lasciato libero di manifestarsi, senza costrizioni. Il bimbo ha bisogno di sperimentare da solo il valore delle parole e dei gesti legati all’affettività, per capire che la sfera dei sentimenti ha una grossa importanza da non sminuire.”
Possessività negativa e sbilanciamento affettivo del bambino
“Non ero padrona di allattare mio figlio in santa pace perché lo toccava di continuo e si metteva in modo che lui la guardasse, mentre svolgevo questo compito così delicato…Non solo…Ho sopportato cose da non credere, a cui mi sono opposta e ribellata senza alcun risultato… Le ho parlato e ci ho anche discusso pesantemente, ma non mi ha mai ascoltata né rispettata, perché il suo scopo è stato sempre quello di sostituire la mia figura e sottrarmi un ruolo che a suo tempo non ha potuto svolgere a pieno. Le sue frustrazioni sono diventate le mie perché ha ottenuto quello che voleva: rendermi sostituibile. Sembra esagerato, ma è così; se c’è lei, la consolazione, la rassicurazione, la nanna e tutte quelle cose prerogativa di una mamma, mio figlio preferisce averle da mia suocera, con mia grande sofferenza.”
https://famiglia.alfemminile.com/forum/mia-figlia-preferisce-la-nonna-a-me-fd4575983
“Io, vedendo l’atteggiamento e essendo già prevenuta di mio sulla categoria “suocere”, ho cominciato subito a mettere paletti, a dire quello che non mi andava e a pretendere di andare a trovarli solo con il mio compagno una volta a settimana. Ero e sono fermamente convinta che se non avessi messo questi paletti, mi troverei in una situazione ancora peggiore di possessività. […] e non voglio nel modo più assoluto, anche perché non mi fido di loro, hanno un modo di vedere le cose completamente diverso dal mio e più volte a casa loro ho assistito a litigate brutte, alle quali non voglio dover far assistere il mio bimbo. “
https://www.guidapsicologi.it/domande/possessivita-nei-confronti-del-nipote
A due anni la paura di un atteggiamento possessivo e di sovrapposizione al ruolo di ‘madre’ non è ancora passato. L’ossessione di entrare nella nostra casa solo per vedere il nipote (e già.. la madre prima di diventare tale la si vedeva anche solo una volta al mese e bastava… ) la si vede sempre chiara, l’atteggiamento di competizione tra nonna e nonno per conquistarsi l’attenzione del nipote è quasi comica se come madre non dovessi lottare per rendere le situazioni paritarie.. per evitare che mio figlio arrivi ad una situazione tale in cui preferisca i nonni ai suoi genitori. Si legge in giro che è normale se fai sostituire il ruolo da genitore ai nonni per motivi di lavoro. Beh, come madre ho adattato i miei tempi, le mie risorse, il mio lavoro e i mie interessi a quelli del figlio. Non sono pentita ma, capite bene, non sono neppure pronta a lasciarmi mettere da parte. Il vostro tempo come genitori è passato e io non voglio arrivare a 60 anni ad avere una ossessione per un figlio non mio creando problemi al mio figlio ormai adulto e alla sua famiglia.
Sono nata in una famiglia diversa, ho sofferto per una madre che vedevo poco causa lavoro e non per dei nonni che erano più distanti. Sono abituata ad un atteggiamento di rispetto dell’intimità della nuova famiglia, del proprio ruolo naturale e non amo persone che tentano di farti le scarpe.
La domanda quindi è un’altra: volete avere una persona che vi aiuterà in futuro oppure preferite andare avanti testardi per la vostra strada? Dico sempre che mia nonna è stata stupida a mettersi contro mia madre, avrebbe avuto una persona vicino capace di prendersi cura delle persone che ama (negli ultimi anni mandava/obbligava mio padre a trovarla facendogli portare un pò di spesa che lei stessa aveva fatto.. ).
… e qualcosa nel fiume passa
Un qualcosa di estremamente triste, di adolescenziale, di non rispettoso per il compagno e per la famiglia.
Ricordo le tue parole Cami, ho voluto lasciare il tempo per farmi un’idea e per farmi fare un’idea… ma avevi ragione.
22/10: “annullare la tua famiglia per un capriccio della mia compagna” pericoloso per il rapporto di due fratelli o per le coppie che ci stanno dietro. Speriamo di aver visto male …
Io aspetto…
La vera esperta del suo bambino è la mamma
Ecco un concetto non molto popolare. La vera esperta quando parliamo di un bambino è la sua mamma. Già, non lo psicologo, il pediatra, l’educatrice del nido, il manuale di turno. Nessuno conosce un bambino come la sua mamma, che lo ha portato in grembo per nove mesi, che ha imparato a comunicare con lui sin dai primi mesi della sua vita prenatale (quando rispondeva alla voce materna con calcetti e capriole), che da quando è nato è stata con lui giorno e notte, praticamente 24 ore su 24, considera Giorgia Cozza. “Quindi la mamma sa. Sa di cosa ha bisogno il suo bambino, cosa lo fa calmare quando è inquieto, cosa lo tranquillizza, cosa gli piace e cosa no. E’ lei che sa qual è il ritmo giusto per le sue poppate, quando ha bisogno di essere cullato, quando è stanco, dove farlo dormire. La mamma. Non la zia che ha avuto tredici figli (sicuramente è una madre con grande esperienza, ma non può essere esperta di quel bambino), non la suocera, non l’educatrice del nido, non il pediatra. Oggi, però, i genitori fanno un grande affidamento sulla figura degli esperti e in particolare del pediatra, e si fidano del suo giudizio. “Come è giusto che sia, quando si parla di salute, ci mancherebbe altro”, considera l’autrice. “Se il bimbo ha l’otite o la bronchite o l’influenza, il medico è la figura di riferimento, e i genitori seguiranno con attenzione le sue indicazioni per far guarire presto e bene il piccolo. Ma al di fuori della patologia, se parliamo di normale accudimento quotidiano del bebè, quando si tratta di coccolare, confortare e far dormire il bimbo, l’esperta resta la madre. La decisione di allattare e per quanto tempo, di rispondere al pianto del proprio bimbo prontamente, di farlo dormire nella culla accanto al lettone o in cameretta, sono tutte scelte di competenza dei genitori. E al di fuori della famiglia nessuno ha l’autorità per contestarle.
https://quimamme.corriere.it/parto/dopo-il-parto/segui-istinto-tu-la-mamma