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Dalla loro newsletter, un tema ricorrente… che forse prima o poi mi passerà:
Il passaggio del testimone
In questa prima newsletter, anziché parlare dei nipoti, abbiamo ritenuto utile iniziare con una riflessione sul rapporto tra noi nonni e i nostri figli/nuore/generi che diventano a loro volta genitori.
Sono i nostri figli e le nostre nuore (o le nostre figlie e i nostri generi) a renderci nonni e nonne, senza di loro resteremmo genitori, quindi iniziamo l’esperienza da nonni con un debito di riconoscenza. La nascita del primo nipote o della prima nipotina concentra grandi attenzioni ed emozioni e rischia di nascondere l’altra grande implicazione legata a questa nascita: nostra figlia che diventa madre, nostro figlio che diventa padre. Questa nuova nascita per noi è strettamente legata a quella di alcuni decenni fa; si tratta di due processi esistenziali sequenziali, con uno che termina e l’altro che inizia. Ci viene quindi naturale rivivere il momento in cui siamo diventati genitori e abbiamo visto il volto di nostro figlio o nostra figlia appena nati, gli stessi che adesso tengono in braccio e osservano innamorati il loro bambino o la loro piccolina. Sono emozioni che abbracciano diversi decenni e si nutrono di quanto è successo nel frattempo.
La giusta misura
Dopo i primi giorni di euforia e di confusione, può aiutarci riflettere su come allora vedevamo e sentivamo i nostri genitori, perché adesso in quel posto ci siamo noi. Probabilmente ci hanno aiutati, forse anche economicamente, ci siamo senz’altro sentiti protetti e al sicuro, ma in certi momenti potrebbero essere stati un po’ ingombranti, con qualche consiglio di troppo e non sempre richiesto; senza volerlo, con l’intento di aiutare, qualche nonna e qualche nonno possono aver espresso giudizi o critiche, che in un momento sensibile come il dopo-parto rischiano di ferire o di aumentare le fisiologiche preoccupazioni.
È quindi importante riflettere sulla “misura” che è opportuno tenere con i nuovi genitori: il rischio è di esagerare con l’aiuto e la partecipazione o al contrario di mantenersi distaccati e poco coinvolti. La giusta misura però non può essere la stessa per ogni situazione, ma deve arrivare dai bisogni dei nostri figli/nuore/generi: saranno loro a sollecitare i giusti interventi e supporti (al bisogno e quanto basta). Noi proseguiremo a essere i loro genitori, saldi come una boa in mezzo al mare della loro vita affinché possano sostenersi nei momenti di difficoltà.
Come rendersi utili?
Avere già vissuto la straordinaria esperienza di crescere dei figli paradossalmente non ci aiuta, perché nel corso di alcuni decenni il mondo è cambiato e negli ultimi anni sempre più velocemente. Essere già stati genitori può indurci, senza volerlo, in facili errori, ad esempio giudicando prassi diverse da quelle che abbiamo seguito noi oppure condizionando le scelte dei neogenitori. Volendo contribuire a risolvere alcuni dei piccoli e grandi problemi legati all’accudimento, rischiamo di prendere decisioni al posto dei nostri figli, ostacolando di fatto quel delicato processo che è la genitorialità. Allora la prima regola che possiamo darci è quella di lasciare che siano i nostri figli/nuore/generi a dirigere le danze, noi restiamo a disposizione, attori non protagonisti anche se significativi nella trama della storia.
Il vero obiettivo che abbiamo come nonni è il benessere dei nostri nipoti e dei loro genitori (le due cose sono strettamente interdipendenti). In questo momento i nostri figli hanno grande bisogno di essere ascoltati da qualcuno che dimostri pazienza e fiducia in loro; saranno alla ricerca di conferme delle loro scelte, desiderosi e spaventati al tempo stesso nel mettersi alla prova nei nuovi compiti da genitori. Quindi il secondo importante proposito sarà di stare al loro fianco con affetto e attenzione.
Infine non dobbiamo sottovalutare l’importanza del sostegno pratico. Per occuparsi di un neonato o di un bambino piccolo occorre tanto tempo e dedizione; tra poppate, sonnellini, passeggiate e cambi di pannolini rimane davvero poco spazio per cucinare, fare la spesa, pulire casa e stirare, ma anche per portare l’auto dal meccanico. Nei primi mesi dopo la nascita i nonni posso fare tantissimo per lasciare ai genitori tempo ed energie da dedicare al loro bambino o alla loro piccolina, e questo aiuto ai neogenitori rappresenta un modo, indiretto ma prezioso, per accudire i nipotini.
In panchina, pronti a entrare in campo
Concludiamo questa prima lettera con una riflessione tratta dal libro Si fa presto a dire nonni, scritto, insieme a Mauro Doglio, da Silvana Quadrino, psicologa, psicoterapeuta e autrice di molti articoli di Uppa: «Se volessimo descrivere la posizione dei nonni accanto ai genitori nelle prime settimane li potremmo anche vedere in campo, ma principalmente dovrebbero rimanere in panchina: in campo ci devono essere mamma e papà, che devono giocare a modo loro la loro “partita”, sicuri che dalla panchina i nonni siano sempre pronti per una sostituzione più o meno lunga, per concedere una pausa, ma anche per fare il tifo, incoraggiare ed entrare in campo insieme a loro».