Ecco un concetto non molto popolare. La vera esperta quando parliamo di un bambino è la sua mamma. Già, non lo psicologo, il pediatra, l’educatrice del nido, il manuale di turno. Nessuno conosce un bambino come la sua mamma, che lo ha portato in grembo per nove mesi, che ha imparato a comunicare con lui sin dai primi mesi della sua vita prenatale (quando rispondeva alla voce materna con calcetti e capriole), che da quando è nato è stata con lui giorno e notte, praticamente 24 ore su 24, considera Giorgia Cozza. “Quindi la mamma sa. Sa di cosa ha bisogno il suo bambino, cosa lo fa calmare quando è inquieto, cosa lo tranquillizza, cosa gli piace e cosa no. E’ lei che sa qual è il ritmo giusto per le sue poppate, quando ha bisogno di essere cullato, quando è stanco, dove farlo dormire. La mamma. Non la zia che ha avuto tredici figli (sicuramente è una madre con grande esperienza, ma non può essere esperta di quel bambino), non la suocera, non l’educatrice del nido, non il pediatra. Oggi, però, i genitori fanno un grande affidamento sulla figura degli esperti e in particolare del pediatra, e si fidano del suo giudizio. “Come è giusto che sia, quando si parla di salute, ci mancherebbe altro”, considera l’autrice. “Se il bimbo ha l’otite o la bronchite o l’influenza, il medico è la figura di riferimento, e i genitori seguiranno con attenzione le sue indicazioni per far guarire presto e bene il piccolo. Ma al di fuori della patologia, se parliamo di normale accudimento quotidiano del bebè, quando si tratta di coccolare, confortare e far dormire il bimbo, l’esperta resta la madre. La decisione di allattare e per quanto tempo, di rispondere al pianto del proprio bimbo prontamente, di farlo dormire nella culla accanto al lettone o in cameretta, sono tutte scelte di competenza dei genitori. E al di fuori della famiglia nessuno ha l’autorità per contestarle.
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